07/03/2024

DSM-5 e DSM-5-TR: una panoramica aggiornata sul manuale di diagnostica dei disturbi mentali

Carlo Alberto Gaetaniello

circa 10 minuti

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Il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM), giunto alla sua ultima edizione con il DSM-5-TR nel marzo 2022, rappresenta una pietra miliare nell'ambito della psichiatria moderna. Pubblicato dall'American Psychiatric Association (APA), il DSM serve come guida standardizzata per la classificazione dei disturbi mentali, offrendo un linguaggio comune e criteri chiari per i professionisti del settore. Questo manuale non solo domina il panorama della diagnostica psichiatrica negli Stati Uniti e in Australia ma è utilizzato anche a livello internazionale, sebbene in alcuni paesi venga affiancato da altri documenti.

Il DSM-5 è nella pratica un manuale, sviluppato dall’American Psychiatric Association (APA). Si tratta di un utile strumento per chi lavora nel settore psicologico oppure in quello psichiatrico. Questo testo è nato con l’intento di fornire criteri chiari e uniformi per classificare i disturbi mentali. Lo scopo ultimo è permettere ai professionisti della salute mentale di svolgere diagnosi accurate e consentire in seguito una scelta di trattamento. Il DSM-5 fornisce una lista di criteri diagnostici dettagliati che guidano il professionista nella valutazione dei sintomi del paziente. Si tratta di uno strumento di cui l’utilità è fornire una base obiettiva per la diagnosi dei pazienti.

Conoscerne le potenzialità e i limiti sicuramente può aiutarti ad avere un approccio più sistematico alla diagnosi quando lavori con i tuoi pazienti. È importante anche tenere conto della corretta documentazione delle prestazioni, includendo la fatturazione dello psicologo e l'utilizzo del sistema Tessera Sanitaria, soprattutto nel contesto della gestione della partita IVA professionale.

Differenze tra il DSM e l'ICD

Un'alternativa al DSM è la Classificazione Internazionale delle Malattie (ICD) prodotta dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). L'ICD ha uno scopo più ampio rispetto al DSM, coprendo la salute generale oltre alla salute mentale. Mentre il DSM è più popolare negli USA, l'ICD ha una maggiore diffusione in Europa e nel resto del mondo. L'ICD pone maggiore enfasi sul giudizio clinico e sulla descrizione qualitativa dei disturbi, a differenza del DSM che si concentra su criteri quantitativi e operativi (ovvero “per essere diagnosticato con il disturbo X, il paziente deve rispettare almeno 5 di 9 criteri per almeno 6 mesi”).

Evoluzione e critiche del DSM negli anni

Il DSM è nato dalle esigenze di standardizzazione della raccolta dati per le statistiche di censimento e ospedaliere, nonché da un manuale dell'esercito degli Stati Uniti. Da quando è stato pubblicato per la prima volta nel 1952, il DSM ha subito numerose revisioni, che hanno incrementato il numero dei disturbi mentali riconosciuti e eliminato quelli non più considerati tali. Le edizioni più recenti sono state lodate per aver standardizzato la diagnosi psichiatrica basandosi su prove empiriche, ma hanno anche suscitato polemiche e critiche.

Le principali critiche rivolte al DSM riguardano la sua affidabilità e validità, l'uso di linee di divisione arbitrarie tra malattia mentale e normalità, il possibile bias culturale e la medicalizzazione del disagio umano. L'APA ha riconosciuto che la concordanza tra valutatori per molti disturbi nel DSM-5 è bassa, inclusi disturbi maggiori come la depressione maggiore e il disturbo d'ansia generalizzato.

È importante, inoltre, considerare le possibili implicazioni finanziarie del processo di diagnosi, inclusi incentivi come il bonus psicologo per professionisti e la gestione adeguata della fatturazione sanitaria, per garantire una pratica professionale trasparente e conforme alle normative vigenti.

La rivoluzione del DSM-5

DSM-5 è l'acronimo che designa la quinta edizione del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, la cui approvazione da parte del consiglio di amministrazione dell'APA è avvenuta il 1º dicembre 2012. Questa importante pubblicazione ha visto la luce a maggio del 2013. Per accompagnare il lancio di questa nuova edizione, l'APA ha messo a disposizione un sito dedicato, finalizzato a fornire dettagli, oltre a raccogliere commenti e suggerimenti sul manuale rinnovato. L'edizione italiana del DSM-5, insieme ai volumi correlati, è stata resa disponibile grazie a Raffaello Cortina Editore.

Nel corso della conferenza DSM-5 Research Planning Conference del 1999, l'APA e il National Institute of Mental Health (NIMH) hanno delineato le principali linee guida per l'elaborazione della nuova edizione del DSM. Sei gruppi di lavoro si sono concentrati sui seguenti temi: nomenclatura, neuroscienze e genetica, questioni evolutive e diagnostiche, personalità e disturbi relazionali, disturbi mentali e disabilità, e questioni cross-culturali. Nel 2004, sono stati aggiunti altri tre ambiti di interesse: le questioni di genere, la diagnosi in età avanzata e i disturbi mentali nell'infanzia.

Queste linee guida hanno portato a diverse modifiche all’interno del manuale, alcune delle quali non sono comunque state esenti da critiche (come per esempio la scelta di non considerare più sindrome di Asperger come un disturbo distinto ma di incorporarlo all'interno dalla categoria di spettro autistico).

Com’è organizzato il DSM-5?

Il manuale contiene tre sezioni principali:

Sezione I: fondamenti e utilizzo del DSM-5

Si tratta della prima sezione del manuale e contiene informazioni e linee guida per comprendere come utilizzarlo al meglio. Inoltre, evidenzia le modifiche della quinta edizione rispetto alle versioni precedenti.

Sezione II: criteri diagnostici e codici

La seconda sezione si focalizza invece sui criteri specifici delle diagnosi dei vari disturbi mentali. I disturbi, vengono a loro volta organizzati in categorie che verranno esplicitate in seguito.

Questa seconda sezione è il cuore del testo, e rappresenta uno strumento estremamente utile per i professionisti che si occupano di salute mentale.

Sezione III: ulteriori strumenti diagnostici e modelli culturali

Infine, l’ultima sezione approfondisce quali sono gli strumenti di valutazione supplementari, che possono essere di aiuto ai professionisti che devono diagnosticare e valutare i pazienti.

All’interno di quest’ultima area sono inoltre presenti una serie di informazioni relative agli aspetti culturali. Nello specifico, ciò significa che alcuni sintomi e caratteristiche dei pazienti vanno indagati e letti tenendo conto della cultura di appartenenza.

Come sono organizzati i disturbi mentali all’interno del DSM-5?

Come precedentemente accennato, la seconda sezione del manuale è dedicata all’elenco dei vari disturbi mentali e ai loro criteri. Alcune categorie che è possibile trovare nel DSM-5 sono:

  • disturbi dell’umore: la categoria include appunto i disturbi correlati all’umore, alcuni tra i più conosciuti sono il disturbo depressivo maggiore e il disturbo bipolare;
  • disturbi d’ansia: all’interno di questa classe di disturbi è possibile trovare per esempio il disturbo d’ansia generalizzata e il disturbo da panico;
  • disturbi psicotici: si tratta di una serie di disturbi che implicano delle alterazioni nella percezione, nel pensiero e nel comportamento;
  • disturbi dell’alimentazione: all’interno di questa sezione è possibile trovare degli approfondimenti, per esempio, su anoressia nervosa e bulimia;
  • disturbi del sonno: in questo caso vengono esposti vari disturbi quali insonnia, disturbo da apnea del sonno e altre condizioni;
  • disturbi di personalità: questa categoria è una sua volta suddivisa ulteriormente in tre gruppi chiamati Cluster. In ognuno di essi è possibile trovare disturbi differenti ma aventi alcune caratteristiche che li accomunano;
  • disturbi correlati al trauma: essi possono manifestarsi dopo aver subito oppure essere stati a contatto in generale con esperienze traumatiche. I traumi possono ripresentarsi alla persona sotto forma di incubi e flashback.

Le modifiche del DSM-5-TR (Text Revision)

A partire dalla quinta edizione, l'APA ha comunicato l'intenzione di aggiungere revisioni successive più frequentemente, per tenere il passo con la ricerca nel campo. A partire dal DSM-5, l'APA utilizzerà i decimali per identificare gli aggiornamenti incrementali (ad es., DSM-5.1, DSM-5.2) e numeri interi per le nuove edizioni (ad es., DSM-5, DSM-6).

Una revisione del DSM-5, intitolata DSM-5-TR, è stata pubblicata negli Stati Uniti nel marzo 2022 (in Italia a marzo 2023), aggiornando i criteri diagnostici e i codici ICD-10-CM.

Tre gruppi di revisione per sesso e genere, cultura e suicidio, insieme a un "gruppo di lavoro sull'equità etnorazziale e inclusione" sono stati coinvolti nella creazione del DSM-5-TR. Questo ha portato a sezioni aggiuntive per ogni disturbo mentale discutendo di sesso e genere, variazioni razziali e culturali, e aggiungendo codici diagnostici per specificare i livelli di suicidialità e autolesionismo non suicidario per i disturbi mentali.

Altri disturbi mentali modificati includono:

  • Disturbo dello spettro autistico
  • Disturbo bipolare I, disturbo bipolare II e disturbi bipolari correlati
  • Disturbo di personalità ossessivo-compulsivo nel modello alternativo del DSM-5 per i disturbi di personalità
  • Episodi depressivi con ipomania di breve durata
  • Disturbo dello sviluppo intellettivo
  • Disturbo delirante
  • Disturbo della regolazione dell'umore dirompente
  • Disturbo psicotico breve

Le principali critiche rivolte negli anni al DSM

Negli anni sono state diverse le critiche che la comunità scientifica e non ha rivolto al metodo utilizzato nella redazione del manuale diagnostico. Alcune di queste critiche sono state effettivamente spunti per le revisioni che si sono susseguite negli anni. Di seguito ne elenchiamo le principali:

CriticheDescrizione
Affidabilità e validitàProblemi persistenti riguardo all'affidabilità (accordo tra diversi diagnosti su una stessa diagnosi) e alla validità (mancata corrispondenza tra diagnosi e realtà clinica), evidenziati dalla decisione del NIMH nel 2013 di non finanziare ricerche basate esclusivamente sui criteri del DSM.
Diagnosi basate su sintomi superficialiIl DSM tende a concentrarsi sui sintomi piuttosto che sulle cause sottostanti dei disturbi mentali, portando a una categorizzazione che può raggruppare individui con poco in comune al di là dei sintomi superficiali.
SovradiagnosiPreoccupazioni riguardo a una "epidemia di diagnosi" dovuta a cambiamenti nei criteri diagnostici che abbassano le soglie per una diagnosi, aumentando i tassi di prevalenza di condizioni come l'ADHD e il disturbo dello spettro autistico.
Linee divisorieCritiche riguardo all'utilizzo di distinzioni categoriche ingiustificate tra disturbi e soglie arbitrarie per definire normalità e anormalità, spesso poco supportate da prove empiriche robuste.
Bias culturaleTendenza a sottovalutare l'importanza delle variabili socio-psicologiche e ignorare la diversità culturale ed etnica, con linee guida diagnostiche critiche per avere una prospettiva fondamentalmente euro-americana.
Medicalizzazione e conflitti di interesseEspansione delle categorie diagnostiche nel DSM-IV, attribuita a interessi commerciali e aumento della medicalizzazione della natura umana, con autori delle definizioni diagnostiche del DSM-IV con legami finanziari con l'industria farmaceutica.
Danno potenziale delle etichetteLe diagnosi possono avere un impatto negativo sull'auto-identità delle persone, portando a stigmatizzazione e discriminazione. Alcuni individui possono apprezzare il riconoscimento di una condizione, mentre altri possono sentirsi limitati o complicare il processo di guarigione.

Autore

Carlo Alberto Gaetaniello

Director of Business Development

Approccio:

Titolo di studio

Master of Science

Descrizione

Lavoro da sempre nel settore della tecnologia e dello sviluppo di prodotti digitali e oggi applico le mie competenze tecniche al mondo della salute mentale. Specializzato in tematiche associate alla professione dello psicologo, ottimizzazione gestionale e sviluppo di competenze digitali applicate alla terapia.

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